Proprio ieri sera, nonostante il suo particolare stato di alterazione mentale, una meravigliosa Valeria Bruni Tedeschi vince il suo quarto ‘David di Donatello‘ come miglior attrice, questa volta per il film di Paolo Virzì “La pazza gioia“.
Un film di cui, nello specifico, vi parleremo domani.
Chi è Valeria Bruni Tedeschi?
Non solo attrice, anche regista, sceneggiatrice e montatrice.
Valeria nasce in una ricca famiglia borghese torinese di origine ebraica, figlia dell’industriale e compositore Alberto Bruni Tedeschi e della pianista e attrice Marisa Borini, ha due fratelli, Carla e Virgilio (morto nel 2006).
All’età di 9 anni, l’attrice abbandona l’Italia con la sua famiglia, in quel periodo si temeva il terrorismo delle Brigate Rosse. Sin da subito Valeria ha dimostrato uno spiccato interesse per il mondo del teatro e del cinema, di qui arrivarono i primi ruoli. Proprio quelle prime esperienze, l’hanno resa una stimatissima professionista in ambito cinematografico, oltre che pluri-premiata.
L’attrice italo-francese non ha potuto evitare di ritirare il prestigioso premio, senza la presenza sul palco di Micaela Ramazzotti (sua partner nel film di Virzì), e proprio con lei ha interamente condiviso il suo premio.
Il suo, un discorso di ringraziamento iconico ed ironico allo stesso tempo.
Un vero e proprio monologo caratterizzato da soliti, insoliti e geniali ringraziamenti:
dal noto psichiatra e neurologo italiano Franco Basaglia ad una sua amica d’infanzia che proponendole la sua amicizia la fece sentire meno sola, dalla sua psicoanalista a Leopardi, Ungaretti e Pavese, sino alla scrittrice Natalia Ginzburg, al cantautore Fabrizio De André, all’attrice Anna Magnani, il pianista Chopin e tanti altri…
Un particolare ringraziamento all’intera famiglia e a quella mondana e chiacchierata sorella, forse delle volte troppo scomoda?!
E ancora, lei pronuncia questa frase…
Un GRAZIE agli uomini che mi hanno amata, che io ho amato, gli uomini che mi hanno abbandonata e quelli che mi ameranno ancora. Perché mi sento fatta di tutti loro.