In questo periodo mi capita troppo spesso di soffermarmi, pensare a determinate cose accadute. Soffermarmi anche su momenti apparentemente irrilevanti. Proprio apparentemente, esatto… Perché è proprio nel momento in cui il mio pensiero cade su quel futile momento che mi rendo conto di aver messo in gioco una falsa futilità. Quanti volte, ognuno di voi ha sentito la necessità di voler tornare indietro per il solo voler ri-vivere dei semplici momenti? Non per forza emozioni bensì momenti. D’altronde non è detto che un momento debba a tutti costi emozionare, è vero anche che io ho sempre sostenuto di non poter essere in grado di escludere in ogni caso il ruolo delle emozioni. Perché emozionarsi non sempre è qualcosa di positivo, anzi… io son solito emozionarmi proprio quando ho in mente un qualcosa che di positivo non ha proprio un bel niente, collego le emozioni soprattutto ad una condizione fatta di sola negatività. Quanto spesso a voi capita di emozionarvi (in negativo o in positivo che sia)? Credo infatti che il solo provare un’emozione ne generi un’altra ancora, e ancora… Un sovraccarico di emozioni uniche e irripetibili nello stesso momento.
Proprio quel ‘soffermarmi‘ di cui vi anticipavo prima mi ha portato a pensare e a riflettere, per poi unire nuovi pezzi di quel puzzle che rappresenta la mia vita. Nell’ultimo periodo la mia realtà ha subito tante modifiche, il mio ‘mondo’ è cambiato e di conseguenza lo sono anche io.
Sento di essere diverso, sento di essere più libero e me stesso, sento di avere uno spazio più grande da dedicare a me, sento di essere immerso nel mare aperto, a largo… non più in un acquario, sento di poter essere in grado di esprimermi ma non di giudicare, sento che qualcosa è cambiato ed è un cambiamento in continuo movimento, un moto che non ha fine e soprattutto mai in stato di fermo.
Detto ciò, non voglio più annoiarvi. Vi presento delle foto che mi raccontano … dei ritratti senza firma di alcun fotografo, anonimi.
PS: sto bene e non sono depresso.